IDENTITA' DEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO CRISTIANO
(testo trascritto da registrazione e non rivisto da relatore)
Mons. Renzo Bonetti
In questo incontro vorrei affidarmi, più che alle parole che riuscirò
a dirvi, allo Spirito Santo che è in ciascuno di voi e che certamente
sa spiegarsi meglio di quanto sappia fare io. Soprattutto sa inserirsi dentro
il vostro tessuto spirituale e interiore al punto da farvi cogliere la grandezza
e la ricchezza di ciò che vado esponendo.
Parlare di sacramento del matrimonio non significa parlare di qualche cosa di
relativo all'uomo, di relativo a chi si sposa, ma significa parlare del senso
stesso dell'umano . Parlare del sacramento del matrimonio non è parlare
di qualcosa che si sovrappone all'uomo. Queste cose sembrano lontane dal vissuto
concreto ma capirete quanto sono vere. Il senso della vostra casa è la
vostra vita di coppia. A che serve una casa bella quando vostro marito vi tradisce,
o quando vostra moglie non vi aspetta più e fa senza di voi, non è
più capace di darvi quella tenerezza che avevate pensato, quella tenerezza
dalla quale era partito il sogno di costruire una casa insieme. Questo mi preme
dire: spesso, quando parliamo di taluni aspetti della nostra fede sembra che
dobbiamo andare a scegliere una cornice particolare, qualcosa di religioso,
per benedire ciò che non è religioso, sembra che dobbiamo trovare
una formula per salvare ciò che non è autentico, ciò che
non è genuino, sembra che dobbiamo parlare di sacramento del matrimonio
per dare valore ad una sessualità perchè fuori da quella realtà
sacramentale la sessualità sarebbe chissà che cosa. Quando parliamo
del sacramento del matrimonio dobbiamo dire che è l'esaltazione del disegno
primigenio e primitivo di Dio. Cerco di spiegarmi a partire proprio da questo
concetto. Quando il Signore Gesù è venuto sulla terra, la cosa
più importante che ci ha svelato è di averci fatto capire il "cuore
nuziale di Dio". Vuol dire che l'intimo di Dio è amore di reciprocità,
non l'autosoddisfazione di chi dice "io sono grande", "io sono
bello", "io sono forte", "io sono onnipotente". L'intimo
di Dio è la bellezza della perfezione di una relazione. E questo a tal
punto che sono tre, Padre, Figlio, Spirito Santo, in una perfetta distinzione
e simultaneamente in una perfetta e assoluta unità d'amore. Quando noi
pensiamo alla nuzialità, lo facciamo con il paraocchi del nostro schema:
per noi corrisponde al maschile e al femminile che si incontrano e fanno l'amore,
senza renderci conto che ce n'è una più alta ancora, della quale
l'uomo e la donna sono solamente immagine. Voi stessi sperimentare che talora
la vostra nuzialità, detta nei corpi, se non è perfezione d'amore,
capace di superare i corpi, è già una nuzialità vuota.
In concreto: quando voi vivete la dimensione d'amore e quel corpo non dice amore,
che nuzialità è? È accostamento soddisfacente di due corpi.
Quando voi invece - mi rivolgo agli sposi che hanno sperimentato intensamente
la vita d'amore - avete dentro la vostra persona di uomo e di donna una forte
presenza di amore, voi amate veramente e fino in fondo quell'uomo e quella donna,
vi accorgete che quei due corpi sono insufficienti per dire l'amore. Io spero
che l'abbiate già provato, altrimenti, mi spiace deludervi, devo dichiararvi
poveri in amore. Perchè se il vostro corpo vi basta per dire tutto l'amore
che avete per quell'uomo e quella donna, devo dirvi: siete poveri! Un amore
che è contenuto in questo corpo? No, io ho un amore grande per te, un
amore più grande del fare l'amore, ho un amore che arriva a dirti buongiorno
domattina, ad abbracciarti, a prenderti quando hai le mestruazioni, ho un amore
più grande delle tue lune, dei tuoi nervosismi. Un amore così
grande che il corpo non mi basta per dirti quanto ti amo! Allora si scopre che
la nuzialità è così grande che non è contenuta e
finita lì: noi scopriamo che Dio è venuto a rivelarci una nuzialità,
il suo cuore nuziale, perchè le Tre persone tra loro distinte sono relazionate
nella medesima assoluta natura d'amore. Dio, in Gesù, rivela il suo cuore
nuziale.
Mi interessava dirvi questo per farvi capire il senso dell'uomo e della donna.
Diventa ancor più visibile il mistero nascosto - parlo di "mistero"
e non ho vergogna di usare questa parola, il Papa stesso l'ha usata - mistero
di Dio per comprendere che questo mistero non è poca cosa, è il
parteciparsi della nuzialità di Dio all'uomo: Dio, nuzialità assoluta,
tre Persone in una relazione totale, il Dio che trova la bellezza e la pienezza
di se nella relazione, il Dio pienezza assoluta di amore e unità che
partecipa se stesso nel creare l'uomo e la donna, Dio che partecipa il suo mistero
di nuzialità all'uomo e alla donna. Quel cuore nuziale si è reso
visibile in mezzo a noi nel creare l'uomo e la donna. Potremmo dire che Dio
ha pro-gettato fuori di se la propria vita intima. La relazione uomo-donna ci
dice qualcosa della vita intima di Dio. Chi di voi è sposato, chi è
fidanzato o chi lo vuole essere, vada a riscoprire là dove batte intensamente
il cuore in un desiderio di unità straordinario e riscopra, non qualcosa
che si è inventato, ma qualcosa che è scaturito da Dio. Abbiamo
le prove di questa infinitezza di Dio che si è riversata nella relazione
uomo-donna. Andate a chiedere quanto due fidanzati, due sposi, si vogliono bene;
perfino nei souvenire c'è scritta l'infinitezza dell'amore . Io avverto
un amore per te che è straordinario, infinito. Non ce lo siamo inventati
l'amore, noi lo abbiamo partecipato. Quanti cristiani ingenui non sanno cogliere
le radici bellissime dell'amore: sapete da dove tira il vento, ma non sapete
da dove è nato l'amore? Chi di voi è così ingenuo che,
perchè sa fare l'olio o il vino, pensa di essersi inventato l'olivo o
la vite! E quanti ingenui che, perchè san fare l'amore pensano di esserselo
inventato. Ma da dove viene questo amore che io ho dentro? Dio Trinità
ha pro-gettato fuori di se la sua vita intima. L'intimo e l'esterno di Dio si
richiamano a vicenda; la nuzialità, che caratterizza Dio nella sua vita
trinitaria, viene donata agli uomini. E l'uomo è partecipe della vita
di Dio per cui si spiega il perchè Dio ha creato la bellezza del mondo
che sta intorno a noi. Ha fatto una cornice straordinaria perchè era
ancor più bello il quadro che voleva metterci dentro. Ha fatto un mondo
bellissimo attorno a noi perchè doveva metterci dentro ciò che
rivelava, diceva, spiegava, annunciava chi era Lui. La coppia serve a Dio per
manifestarsi all'umanità, per dire all'umanità il mondo di Dio.
Rimango sorpreso certe volte di noi preti quando diventiamo capaci di educare
i giovani a guardare la bellezza delle stelle, del paesaggio, del tramonto,
delle montagne innevate, degli oceani, dei fiori; ma tutte queste cose insieme
non mi dicono come vive Dio, un cielo stellato non mi dice come vive Dio. La
più semplice coppia che vive nel mondo mi dice come vive Dio. Dio è
amore. Vorrei passare in rassegna le coppie che siete qui: voi rivelate al mondo
la natura intima di Dio? Non io prete che predico; io in seconda battuta (uno
deve ragionare per capire), con la parola lo annuncio prima di voi, forse, ma
voi lo dite con la vita. Voi dite la natura intima di Dio! Dio ha scelto la
coppia per dirsi, per raccontarsi, per autopresentarsi. Mediante la coppia Dio
mostra la sua vita intima. Quale responsabilità! Noi ci siamo lasciati
portar via la coppia: il mondo economico, il mondo banale ci ha scippato. Noi
cattolici ci siamo lasciati scippare il maschile e il femminile, la sessualità!
Dov'è l'umanità del maschile e del femminile che dica la bellezza
di Dio! Il sesso l'ha fatto il demonio, forse? Il sesso l'ha fatto Dio! Che
poi sia un dono così bello che viene affidato alla nostra libertà
a tal punto da essere giocato continuamente nella vita di tutti i giorni, questo
è possibile. Quello che è il dono dell'amore può diventare
il dono del possesso, ma è fatto da Dio. La sessualità, la bellezza
dell'uomo e della donna sono stati fatti per manifestare Dio. Noi dobbiamo recuperare
questa identità, perchè allora comprenderemo cos'è il sacramento.
Non è una benedizione che si da su qualcosa di banale, il sacramento
viene a svelare questo contenuto e a coglierlo dentro la novità di cui
vi parlerò adesso. Ma io non posso perdere questa identità; tu
sai che quando fai l'amore sei collegato in Dio, tu sai che dando un gesto di
tenerezza a tua moglie sei collegato in Dio. Dicono i vescovi italiani: "La
coppia cristiana non si sostiene soltanto per la naturale complementarietà
esistente tra uomo e donna, né si regge unicamente sulla volontà
di comunione degli sposi, ma ha la sua originale sorgente in quel legame che
indissolubilmente unisce il Salvatore alla sua Chiesa e la sua ultima matrice
nel mistero della comunione trinitaria" . È bellissimo. Qualsiasi
cosa io faccia nella vita di coppia ha la sua ultima matrice nel mistero della
comunione trinitaria. Io rischio di sapere da dove viene la corrente che ho
in casa, da quella centrale elettrica, e non dov'è la centrale elettrica
di quell'amore che io sto vivendo. La mia centrale elettrica è nella
Trinità! E questa bellezza è affidata alla semplicità,
alla limitatezza di questo corpo. Bisogna riscoprire questo Dio che si mostra,
che dice di se, si automanifesta, si autoannuncia dentro la relazione uomo-donna.
Non solo. Fate attenzione. La coppia non solo dice chi è Dio ma dice
- e questa è una cosa che purtroppo non è annunciata e conosciuta
- il destino ultimo che Dio prepara all'umanità. Dio non ha partecipato
la nuzialità agli uomini perchè vadano a farsi benedire, ma per
dire che chiama l'uomo e la donna che Lui ha creato, a partecipare della sua
nuzialità. Non può averci messo una sete infinita di unità
per rimanere a bocca asciutta. Non può averci fatto fare l'esperienza
di una nuzialità grande e poi, morendo lui, morendo lei, muore tutto!
Perchè siamo chiamati ad una nuzialità più grande ancora,
quella che andremo a vivere nella pienezza della nuzialità trinitaria.
Questa oltrepassa quella nuzialità che abbiamo vissuto nei nostri corpi.
La coppia, la relazione marito-moglie dice anche il destino ultimo che Dio prepara
per l'umanità. La coppia può prendere parte alla vita e alla gioia
del suo Signore. Dio possiamo dire: il progetto della coppia umana ha abitato
e abita in Dio da sempre. Potremmo dire: la coppia umana per pensarsi nella
verità e nella pienezza non può pensarsi senza Dio.
Se noi cogliamo questo punto di partenza possiamo cogliere anche il secondo:
il sacramento. Il sacramento non è qualcosa che si aggiunge dall'esterno,
che si sovrappone, che inibisce la realtà umana della relazione uomo-donna,
ma è qualcosa che "sfrutta", esalta il dono primigenio, originale
di questa relazione a immagine e somiglianza, per farla diventare un dono più
grande ancora, una presenza più significativa ancora. Cerchiamo di capirlo.
Cristo ha voluto che la coppia umana esprimesse il mistero grande della relazione
che unisce il Verbo di Dio alla carne umana e Cristo capo alla sua Chiesa. Questa
definizione non vi dice nulla! Sono le nostre espressioni teologiche che rischiano
di essere esterne; cerco di spiegarmi e dirvi bene cosa vuol dire sacramento.
Il Verbo di Dio che si è incarnato, la seconda Persona della Trinità
si è incarnata. Il Verbo si incarna: cosa vuol dire? Questo Dio che ha
fatto l'umanità nuziale, uomini e donne, non li lascia nell'impotenza
del peccato, di realizzare il disegno originario. Li aveva creati per una nuzialità
straordinaria. Cosa fa? Lui si fa carne. Se nella Trinità c'è
la perfezione della nuzialità, in che modo Gesù si incarna? In
una suora? Userà il metodo nuziale. Proviamo a vedere alcuni passaggi.
Il Verbo di Dio si fa carne! È un avvenimento straordinariamente nuziale.
Andiamo a risentire l'eco attraverso le parole del profeta, l'eco di quello
che accade nella Trinità: mi hai dato un corpo, "ecco io vengo,
o Dio, a compiere la tua volontà" . Dall'altra parte, chi c'è
nell'umanità? Si pensa che: il Verbo è sceso dal cielo, si è
incarnato, preso possesso dell'umanità, adesso ci penso io, ti purifico
io! No! Non è un metodo nuziale questo. È il metodo dell'incontro,
del si. Cosa succede in questa umanità? C'è una voce, una persona
dall'altra parte che a nome dell'umanità dice: si! Si faccia secondo
la tua volontà. Mi hai dato un corpo, "ecco io vengo, o Dio, a compiere
la tua volontà" . Dice la Parola di Dio: "e il Verbo si fece
carne" ! "Una caro", una carne sola. In Maria, che in quel momento
diventa la mamma, ma anche la sposa, il Verbo si è fatto carne. In Maria
c'è l' "una caro", il Verbo di Dio con la carne umana. Per
cui, quando nasce Gesù, di Lui, Lui stesso, 5 volte si chiama lo Sposo.
Lui non aveva vergogna a chiamarsi così: strano che dopo i cristiani
abbiano paura di chiamarlo così. Abbiamo pensato che sono le suore possono
chiamarlo "Sposo", quasi fosse uno spiritualismo stupido o superficiale.
Perchè si definisce più volte, lo "Sposo"? Andate a
leggere i passi dell'AT dove si dice "come un giovane sposa una vergine,
così ti sposerà il tuo architetto" , "tu non sarai più
detta abbandonata, devastata, ma sarai chiamata mia sposa, mio compiacimento"
. Dio si comporta come lo Sposo. Sapete come i Padri della Chiesa chiamavano
il crocifisso? Lo chiamavano "il talamo nuziale". Oggi diremmo in
un italiano più vicino a noi: il letto matrimoniale. Sembrerebbe blasfemo,
vero? Dire che la croce è il letto matrimoniale. C'è una chiave
di lettura per capire intensamente quello che è accaduto: che cosa è
il letto matrimoniale? È il luogo per dire l'amore nel corpo. Vuoi capire
quanto ti amo? Ecco il mio corpo per dirti l'amore. Cos'è Gesù
sulla croce? Per riuscire a interpretarlo bene dobbiamo tornare al giovedì
Santo: cosa ha fatto il Signore il giovedì Santo quando ha anticipato
nel segno la sua crocifissione? Vuoi capire quanto ti amo? Voglio essere uno
solo con te, mangiami! E qui lui ha superato l'umanità di gran lunga,
ci ha resi partecipi di una nuzialità straordinaria. Perché? Perché
quando si è offerto da mangiare ci ha chiamati a realizzare con lui una
unità che supera la stessa unità fisica di due innamorati. Sono
cose pulitissime, bellissime. Quando due vivono l'amore, unitissimi, abbracciatissimi,
una carne sola, nel senso di donazione, di servizio, di reciprocità,
fanno l'amore, sono due, unitissimi, ma restano due. Quando Gesù ci offre
il suo corpo, diventiamo uno con Lui! Diventiamo uno! Quanto siamo piccoli nel
capire l'Eucaristia! Qualche volta facendo meditazione su queste cose, dico
agli sposi se si rendono conto quando davanti all'Eucaristia dicono amen! A
uno che ti dona il suo corpo per essere unità di amore con te, tu dici
amen! E poi si va al posto e magari si ha già dimenticato, che tristezza!
Pensate alla sponsalità di questo corpo di Cristo dato per amore; si
capisce la croce! Il mio corpo per dire l'amore, dice Cristo! Non solo: Gesù
muore e risorge, è ancora lo sposo. Quanto Gesù risorto sta amando
la Chiesa di Perugia? Quanto Gesù risorto sta amando i cristiani che
sono nelle parrocchie di Perugia, nella Diocesi. Pensate, Gesù è
risorto! Con il battesimo Gesù unisce a se i figli dell'uomo, li unisce
a se come suo corpo, perciò quel bambino può dire abbà,
papà, una cosa sola con Gesù. Pensate alla Cresima, dono dello
Spirito perché ogni battezzato possa respirare del suo respiro per godere
la pienezza della maturità! Pensate all'Eucaristia che abbiamo appena
spiegato, quale nuzialità! Pensate alla riconciliazione, quale amore
sponsale nel sacramento della Riconciliazione: "purchè tu sia unito
a me" ! Immaginate una donna innamorata di suo marito che offre il suo
perdono! Purché tu sia unito a me, ti dico ancora si! Fino all'ultimo
respiro per dirci: "purchè tu sia unito a me"! Non c'è
nulla che impedisca la nuzialità di Cristo sposo, questo è un
annuncio di speranza straordinario, Cristo risorto ci ama, ti ama. Ti dice:
"purchè tu sia unito a me, non ti mollo, ti ho sposato con il sangue,
ti ho fatto una sola carne con me, tu battezzato sei un solo corpo con me"!
Pensate a quale unità: si capisce la nuzialità di Gesù?
Tenetevi attaccati perché avete una responsabilità straordinaria.
Cos'è il sacramento del matrimonio? È partecipazione! Capite cosa
vuol dire spartire, prendere parte al mistero d'amore che unisce il verbo di
Dio alla carne umana e Cristo alla sua Chiesa: tra il verbo di Dio e l'umanità,
tra Cristo e la Chiesa c'è un flusso d'amore straordinario e unitivo,
sponsale ma unitivo di tipo nuziale trinitario. Gli sposi partecipano, sono
coinvolti dentro, resi partecipi di questo rapporto d'amore al punto da visibilizzare,
attualizzare . Vi dà la forza dello Spirito che vi rende partecipi di
un mistero straordinario! Io continuo a dire in giro per l'Italia che questo
si capirà, si comincerà a dire che si è capito il sacramento
dal matrimonio quando ci saranno sposi capaci di contemplare il mistero straordinario
di Cristo che è in loro. Ho visto ancora pochi cristiani che hanno capito,
che bisticciano anche dodici ore al giorno, ma che arrivano a dire almeno in
un momento di serenità: "Cristo, ma cosa hai fatto di noi due, ma
perché ci hai resi abitazione di un amore così grande?".
Giovanni Paolo II, ma anche Paolo VI, ha più volte usato questa espressione
per descrivere la grazia del matrimonio: "la coppia è inabitata
dal mistero dall'amore nuziale"! È inabitata dal mistero dall'alleanza,
ma voi conoscete il mistero del dono di Dio? Conoscete quello che Dio vi ha
dato? Voi siete oggi, in questo momento, partecipi dell'amore pazzo di Dio che
unisce Cristo alla sua Chiesa! Anzi, se io prete voglio vedere in questo momento
quanto Cristo sta amando la Chiesa di Perugia, dovrei guardare voi, se avete
gesti di tenerezza, se vi rendete conto che la vostra sposa, il vostro sposo
è accanto a voi. Allora trovo conforto e dico che Cristo è risorto,
che sta donando gesti di tenerezza alla Chiesa di Perugia. E non sto dicendo
fantasie, sto solo spiegando il magistero della Chiesa. Giovanni Paolo II°
nella lettera alle famiglie dice: "non si può comprendere la Chiesa
come Corpo mistico di Cristo, come segno dell'Alleanza dell'uomo con Dio in
Cristo, come sacramento universale di salvezza, senza riferirsi al "grande
mistero", congiunto alla creazione dell'uomo maschio e femmina ed alla
vocazione di entrambi all'amore coniugale, alla paternità e alla maternità"
. La coppia è il segno dell'unità che intercorre fra Cristo e
la Chiesa! Cristo sta amando la Chiesa così. Nei secoli scorsi le avevano
capite queste cose, noi ce ne siamo dimenticati. C'è un'immagine del
Cristo che tiene la Madonna abbracciata , come uno sposo tiene la sposa, perché
in quel caso Maria è figura della Chiesa. Gli sposi attualizzano questo
mistero, la famiglia stessa è il grande mistero di Dio, la Chiesa universale
e in essa ogni Chiesa particolare si rivela immediatamente come sposa di Cristo
nell'amore in essa vissuto, nell'amore coniugale paterno e materno. Prendiamo
la Familiaris Consortio, della quale ricorre il 20° anniversario, ma ancora
poco conosciuta: "il matrimonio dei battezzati diventa il simbolo reale
della nuova ed eterna Alleanza, sancita nel sangue di Cristo. Lo Spirito, che
il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l'uomo e la donna capaci di
amarsi come Cristo ci ha amati" . Vuol dire che siete resi partecipi della
forza unitiva di Cristo con la Chiesa, che avete dentro un potenziale d'amore
che è quello di Cristo, siete resi capaci di amarvi l'un l'altro come
Cristo ci ha amati. Se il sacramento viene vissuto, perché ricevuto in
modo serio, deve vedersi! Non si da vita sacramentale degli sposi che non si
veda e che non si tocchi, perché lo Spirito agisce nel vostro corpo,
sacramento vuol dire visibilizzare, mostrare, cavare fuori, per cui da questo
povero corpo che sono io, per la forza dello Spirito, posso cavare fuori il
meglio di me, la capacità affettiva per quell'uomo, quella donna che
ho accanto. Questa è la sfida del sacramento; il sacramento dal matrimonio
è dato perché sappiano amarsi l'un l'altro come Cristo ci ha amati,
quindi dentro la povertà, la fatica, la pigrizia e gradualmente rendersi
capaci di crescere nell'amore. Forse non riuscirò a farmi passare le
lune ma riuscirò ad accettare le mie lune a renderle meno pesanti, capace
di amare l'altro come Cristo ci ha amati. Gli sposi devono dire in pienezza
quel progetto iniziale, "maschio e femmina li creò a immagine di
Dio li creò", in forza della consacrazione nello Spirito Santo che
avviene nel sacramento degli sposi, nel matrimonio; gli sposi sono chiamati
a dire la bellezza di questo progetto di Dio. C'è un teologo che, scrivendo
sullo Spirito Santo e il matrimonio, dice: l'eros, quell'impulso unitivo uomo
donna, quella forza per la quale io mi spingo verso la donna, diventa agape,
quella forza unitiva è abitata dallo Spirito Santo. Non vivo solo di
una istintività che mi spinge verso il maschio, verso la femmina, ma
questa istintività è abitata nel sacramento del matrimonio dallo
Spirito Santo per cui io comunico a quell'uomo, a quella donna l'amore di Dio.
Il sacramento del matrimonio da agli uomini e alle donne una grazia straordinaria:
Cristo, donando gli sposi l'uno all'altro chiede loro di divenire come persone
sposate e come storia nuziale, l'ostensione, la definizione della sua relazione
con la Chiesa. La coppia è chiamata a dire, esprimere e manifestare il
rapporto di Cristo con la Chiesa. La nuzialità umana diventa partecipazione
della nuzialità cristiana. Come Cristo manifesta il mistero del padre
con le parole e i fatti, con tutta la vita, così gli sposi manifestano
nella loro corporeità, nel loro impatto divino-umano, questo amore di
Cristo per la Chiesa. Allora possiamo dire: il mistero di Dio è già
dentro di voi per la creazione e per il sacramento, il mistero di Dio è
dentro la vostra stessa vicenda d'amore. Mi basterebbe che arrivaste qui, a
capire che il mistero di Dio amore è dentro la vostra vicenda d'amore,
dentro il vostro volervi bene, dentro questo mistero d'amore, quasi a elemosinare
di poter prendere volto chiaro e luminoso del vostro stesso amore. Oggi il volto
di Cristo è solo quello delle immagini stampate nelle chiese, è
solo quello dei crocefissi appesi sui muri; il volto di Cristo rischia di essere
solo quello del prete: Cristo chiede alla coppia: dammi volto, dammi il volto
dell'amore, il volto della tenerezza, il volto della misericordia, dì
al mondo, senza parole, ma nelle tue persone, che Io sono amore, Io sono perdono
sempre e assoluto, Io non mollo nell'amore, Io sono nuzialità piena,
Io voglio costruire unità, dammi volto! Questa è la supplica che
il Signore risorto rivolge a ogni coppia, per cui la vostra vita di coppia diventa
da mistero grande a magistero grande. A voi è affidata una parola fatta
carne, parabola, immagine che oggi può essere fatta circolare per le
vie del mondo. Se voi oggi vivete nella pienezza del vostro sacramento del matrimonio
potete portare Dio fuori della Chiesa senza parlare di Dio, di niente; la vostra
stessa vita di coppia diventa annuncio, buona notizia. Il Papa ha concluso la
beatificazione degli sposi Beltrame Quattrocchi, dicendo: "la famiglia
è in se stessa vangelo vivo, buona notizia, la famiglia è in se
stesso una buona notizia" . Provate a rifletterci un attimo, questo che
sto dicendo vi obbliga a scomodarvi: chi di voi pensa di essere una buona coppia,
vuol dire che non ha capito niente, perché con un sacco di buone coppie
italiane il mondo sta andando in malora e la famiglia viene distrutta. Quando
sento dire certe coppie: "noi siamo trent'anni che siamo sposasti....ci
vogliamo bene, non ci siamo mai detti tirati in qua, tirati in la, ....e io
dico, che puzza da morte che c'è qui. La coppia cristiana sacramentata
non vive una convivenza pacifica; anche noi preti rischiamo di presentarvi il
sacramento del matrimonio come una convivenza pacifica, ma anche quelli che
si sposano in comune devono andare d'accordo, dov'è la novità.
Uniti come Dio, questa è la novità; avete la forza di Dio che
viene dentro la vostra carne, il vostro sangue, la vostra reciprocità,
il vostro dinamismo psicologico, questo dovete annunciare. Dio è più
grande della vostra banalità, anzi, lui nella sua immensità va
ad abitare nella vostra banalità per renderla bella come è bello
Lui. Esistono le pie cooperative coniugali che vanno a fare la comunione in
Chiesa, si dividono i compiti: questo non è sacramento del matrimonio.
E sono tante le cooperative coniugali, fatte bene ma poi succede che uno dei
due ci rimette e allora saltano. Che tristezza quando vi chiedono: dove hai
preso quel bel maglione, dove vendono quel tipo di vestito, bello, quelle scarpe
dove le vendono, e nessuno viene a chiedervi come fate a essere così
belli, così uniti. Che tristezza se il vestito vale più del corpo!
Voi, come coppia quante persone avete fatto star meglio con la vostra vita di
coppia. Cari amici, quando Dio ha fatto il maschile e il femminile, a sua immagine,
si è giocato la faccia, diremmo noi nel nostro linguaggio. La faccia
di Dio, con il vostro permesso, siete voi! C'è scritto nella Bibbia.
Quale responsabilità, ma quale bellezza; io non sono chiamato a poco
amore, sono chiamato a scoprire che l'amore può crescere nel sacrificio
e con il sacrificio. Lo conoscete questo segreto? I cristiani lo chiamano mistero
pasquale, morte e risurrezione. Lo conoscete il segreto di chi sa vivere l'amore
del sacrificio, di sacrificarsi nell'amore? Lo conoscete il segreto di chi ha
capito che il sacrificio è quello che fa esplodere e ingigantire l'amore;
solo il patire fa crescere l'amore. Il giorno in cui imparo ad amare mia moglie
che ha le mestruazioni, divento più grande. E così dicasi del
marito. Capite cosa vuol dire che nel sacrificio scatta quel di più,
quella pasqua di morte e resurrezione, di fatica e gloria, che nella misura
in cui ti entra dentro questo dinamismo fa crescere l'amore. Voi siete chiamati
a dire questa parola di amore. Tra Chiesa e famiglia si stabilisce una relazione
straordinaria perché la Chiesa dice alla famiglia il mistero che è,
e la famiglia spiega il mistero che è la Chiesa. Ma la pastorale non
ha capito ancora! La nostra pastorale non ha capito che quando il Signore ha
inventato il sacramento del matrimonio ha voluto fare un regalo all'organizzazione
pastorale, ha creato un fondo per iniziative pastorali, solo che non lo usiamo,
non viene usato. Dio ha fatto un regalo alla Chiesa quando ha fatto il sacramento
del matrimonio, ma noi siamo chiamati a scartare questo regalo e a farlo vedere.
Sapete cosa ha detto Dio alla fine di quella settimana quando ha fatto la creazione,
e nell'ultimo giorno ha fatto l'uomo e la donna? "E Dio vide che aveva
fatto una cosa molto buona ". Si dice ancora a Perugia che Dio ha fatto
bene maschile e femminile? C'è gente in giro per Perugia che dice che
la coppia, il matrimonio, è una cosa straordinaria? Se riusciamo a dimostrare
la bellezza delle stelle e non riusciamo più a mostrare la bellezza di
un uomo e una donna abbiamo sbagliato libro. E notate che partecipare a questa
grazia unitiva, che unisce il verbo di Dio alla carne umana, il Cristo alla
sua Chiesa, partecipare a questa grazia unitiva, significa vivere in pienezza
dentro l'umano; gli sposi partecipano a questo mistero che unisce il Verbo di
Dio alla carne umana, il Verbo che si è incarnato, il Verbo di Dio, bellezza
infinita, assoluta. Voi partecipate di questa grazia, marito e moglie capaci
di assumere tutto perchè il Verbo si è incarnato. Non ha detto
"qui in questa grotta c'è sporco, tiratemi più in qua, tiratemi
più in là, perché c'è sporco di mucca!" Si
è incarnato fino in fondo, è andato ad abitare in una grotta,
casa-grotta a Nazareth, viveva con le capre, falegname. Lui ha amato a tal punto
da assumere tutto. Pensate, avete la grazia di assumere tutto di lui! Ho la
grazia di amare mio marito in tutto ciò che è, negativo compreso,
la sua storia passata i suoi problemi, la sua famiglia. Non si mangia la polpa
e si sputa l'osso nell'incarnazione. Questo Verbo di Dio immenso e onnipotente
è finito a Nazareth, trent'anni; un certo modo di leggere i vangeli finisce
per dimenticare questi trent'anni e pare che Gesù parlando abbia fatto
di più in tre anni che non in trenta. Quei trent'anni valgono trent'anni,
sono una parola che vale tutte le parole dei tre anni. Lì è venuto
a dirci che l'amore immenso, onnipotente, straordinario, maestoso di Dio si
esprime nell'ordinario, nel banale, nel feriale, quello è il luogo per
dire l'amore. Poi ha spiegato in tre anni la grandezza del suo amore fino a
morire sulla croce; ma devo capire i trent'anni per capire quello che mi ha
spiegato dopo. Per dire ora l'immensità dell'amore che ti è partecipato,
partecipazione all'amore immenso di Dio che unisce il Verbo di Dio alla carne
umana e il Cristo alla sua Chiesa, va vissuto nell'ordinario, nel feriale.
E allora per provocarvi vi dico la battuta che faccio sempre: che diversità passa fra una moglie e una pulitura a secco? Nessuna, anzi spesso è migliore una pulitura a secco perchè non ama finché stira. L'amore stira tre camicie, cinque camicie, lo fa perché ama non perché tocca. La stessa cosa dicasi per i mariti. Noi crediamo che il lavoro ammazza i matrimoni perché non c'è gente che ama per lavorare, è gente che lavora e basta. Allora un lavoro può anche distruggere una famiglia; è anche una questione di scelte, di sapere quello che si vuole fare. Per non parlare poi della coppia che partecipa a questo amore fra Cristo e la Chiesa dentro la sofferenza!
Interventi
· Don Pietro: ci sarebbe solo da mettere in pratica quello che ha detto
mons. Renzo.
· Mons. Bonetti: posso dirvi che ci sono coppie che stanno cercando di
vivere queste cose; tornando in qualche incontro, mi sento dire da qualche sposo
o sposa, e so in quale fatica di famiglia vivono, che è vero che funziona
il Sacramento. Mi dispiace di vedere coppie ferme, coppie immobili. Sapete quanto
rendono i vostri soldi in banca e non sapete quanto può rendere il vostro
amore. È stata bella la beatificazione della coppia di sposi soprattutto
perché si è mostrato finalmente a chiare note che questo mistero
d'amore infinito può essere trasferito e vissuto dentro la coppia, nell'ordinario,
nel concreto. Voglio ripetervelo questa sera, tutti siete chiamati alla santità.
Non c'è nessun figlio abbandonato da Dio sposato che non possa crescere
nella pienezza. È uscito da poco è un breviario fatto per la famiglia,
una prima timida edizione di un breviario fatto per la famiglia con contenuti
relativi al matrimonio; sapete che il breviario è pensato sulle ore dei
frati, delle suore , dei preti. Vi leggo il cantico degli sposi così
come è stato fatto perché cogliate almeno qualcuno di questi contenuti
e aiutiate la famiglia a crescere. Alcuni contenuti li potrete trovare dentro
un volume appena uscito: Progettare la pastorale con la famiglia in parrocchia,
Edizioni Cantagalli.
Seguono domande sulla missionarietà della coppia che rimandano all'incontro successivo.